Sòlanto la frazione marinara sull’omonimo promontorio.
Secondo recenti ipotesi suffragate da rinvenimenti archeologici, la primigenia città punica di Solunto (in semitico Kfr), datata dall’VIII al V secolo a.C. e ricordata dallo storico Tucidide, si trovava in corrispondenza del promontorio di Sòlanto. Il toponimo deriverebbe dal greco sólos («roccia ferrosa»). A seguito dell’invasione di Dionisio I di Siracusa, l’abitato venne distrutto e successivamente, intorno al 383 a.C., sul Monte Catalfano venne edificata la seconda città di Solunto, di matrice ellenistica.
Dell’abitato punico rimangono oggi scarse tracce a causa della recente crescita edilizia, come una necropoli con sepolture a camera (distrutte nell’aprile 1972 durante lavori edili) nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Flavia, un quartiere industriale con fornaci, un probabile tofet con resti di ossa combuste e stele «a trono» e, presso la località Olivella, una sepoltura ipogea con dromos. Tra i materiali ceramici rinvenuti si ricordano kylikes di produzione ionica, aryballoi corinzi, un kantharos etrusco di bucchero, anfore puniche di forma Ramón 1.1.2.1 e Ramón 4.2.1.4.[4] La monetazione punica della città raffigurava essenzialmente al diritto la testa di Eracle con copricapo in pelle di leone (leontè) e al rovescio un gambero.
Il Castello
Il Castello di Solanto, la cui radice del nome Solus proviene dal vocabolo cartaginese Selaim che sta per rupe, sorge in una splendida posizione, al centro tra due baie, dominando, con la sua maestosa architettura, il romantico golfo.
Edificato in epoca normanna come baluardo difensivo dell’attigua tonnara, il Castello assurse ad improvvisa fama per essere stato il rifugio della regina Bianca di Navarra, nella sua fuga da Palermo, nottetempo, per sottrarsi alle brame d’amore e di potere del conte di Modica, Bernardo Cabrera.§Per la sua eccezionale posizione, a picco sul mare, questo luogo è sempre stato dominio di grandi famiglie aristocratiche siciliane quali Filangeri, Spadafora, Alliata, nonché in passato anche residenza di svago di re Ferdinando IV di Borbone e della regina Maria Carolina.
La piccola rocca, pervenne agli attuali proprietari, i principi Vanni di San Vincenzo intorno al 1870. Già nel XVIII secolo, alla torre era stato aggiunto un corpo di residenza, trasformando, così, l’originario sito fortificato in elegante abitazione.
La costruzione del castello si è protratta nel corso dei secoli, con un sovrapporsi di stili che rispecchiano le varie epoche di appartenenza sino all’attuale struttura.