Sant’Elia – Maria SS Addolorata

La prima cappella, di cui si hanno notizie documentate, risale al 1365. Fu una piccola chiesa a più riprese ricostruita che ha dato il nome al piccolo borgo e alla relativa tonnara.
Le prime iniziative popolari sul piano religioso si concretizzarono a fine del ‘600, a causa delle continue lamentele per la scarsa assistenza religiosa dovuta alla lontananza della chiesa di S.Anna. Gli abitanti di S.Elia preoccupati di morire senza sacramenti costruirono la nuova chiesa sacramentale dedicata alla Beata Vergine Maria del Carmelo, nella parte bassa del borgo.

Facciata Chiesa di Maria SS Addolorata - Archivio Diocesi Maria SS Addolorata

Facciata Chiesa di Maria SS Addolorata – Archivio Diocesi Maria SS Addolorata

La scelta del luogo cadde vicino al mare al confluire di via Bellante e via Torre, con un primario fronte nelle camparie, ora sede dell’oratorio. Il prospetto odierno, con la porta sacramentale rivolta a sud risale alla fine del ‘700. Fonti popolari raccontano che un certo Gaetano Balistreri, avendo garantito a Ferdinando di Borbone la guardia, con barca armata, delle acque della fascia costiera da Solanto a Capo Zafferano, per riconoscenza gli abbia concesso un’area nel costone sovrastante la chiesetta della tonnara vicino alla torrazza, al fine di ampliarla ed abbellirla. Nel dicembre 1763 fu fondata la congregazione della Madonna delle Grazie, aggregata all’ordine dei Serviti di Maria S.S. Addolorata, il cui scopo era quello di rappresentare al Principe gli interessi socio-economici della collettività, la solidarietà verso i più bisognosi, l’indipendenza e l’autogestione religiosa e sociale.

Interno Chiesa di Maria SS Addolorata - Archivio Diocesi Maria SS Addolorata

Interno Chiesa di Maria SS Addolorata – Archivio Diocesi Maria SS Addolorata

Il 1 novembre 1772, a seguito richiesta scritta per ottenere che la chiesa di S.Elia, da poco consacrata all’Addolorata, diventasse chiesa sacramentale curata, si pervenne ad un accordo tra gli abitanti, il Principe R.C. Filangeri ed il parroco della basilica Nicolà Randazzo, con il quale i capi famiglia di S.Elia; Billanti, Dentici, Tarantino, Busalacchi, Balistreri, Scardina, Corona, Alioto, Principato, Camarda, Machì e Mercurio s’impegnavano a contribuire alle spese del mantenimento di un cappellano con il ricavato del pescato. Si obbligarono altresì a partecipare ogni anno con propria torcia e con le insegne della congregazione alla processione di S.Anna. A queste condizioni il principe accettò che a S. Elia abitasse un cappellano curato, subordinato al parroco della parrocchia di S. Anna. Nel 1773 la costruzione della chiesa fu portata a termine, e si dice essere stata chiamata, la chiesa di Tano Balistreri.